UCIRI
è un'unione di comunità indigene della regione di Oaxaca,
nel sud del Messico. UCIRI è un acronimo e sta per Uniòn
de Comunidades Indigenas de la Regiòn del Istmo. Raccoglie più
di 10000 famiglie distribuite in 17 diverse località della regione.
Nacque nel 1983 con l'obiettivo di sviluppare e sostenere la coltivazione
del caffè in modo autonomo e di gestire comunitariamente la vendita
del raccolto.
Come
molte comunità Indios del Messico, i contadini di UCIRI non conoscono
la proprietà privata. La terra appartiene al villaggio ed è
spartita periodicamente fra i suoi membri. Il terreno destinato al caffè
è affidato ai singoli nuclei famigliari per un periodo di 20 anni
e non supera, coerentemente con al capacità lavorativa di ogni
famiglia, i due ettari di superficie.
I contadini di UCIRI hanno scelto di produrre un caffè sano e di
rinunciare all'uso di concimi e antiparassitari di sintesi. Per la coltivazione
del caffè essi ricorrono esclusivamente all'impiego di concime
organico e alla lotta biologica contro i parassiti.
È
una delle realtà di produttori più rappresentative del Commercio
Equo e Solidale. Produce un caffè, 100% arabica e a basso contenuto
di caffeina, comunemente venduto nelle Botteghe del Mondo.
Unisce
in sé più elementi tipici del Commercio Equo e Solidale,
che diventano in UCIRI particolarmente forti:
-
prezzo equo ai produttori
- prefinanziamento
- realtà cooperativistica con gli agricoltori che autogestiscono
il proprio lavoro
- tutela dell'ambiente e delle risorse locali in una visione rivolta al
futuro, allo sviluppo sostenibile: la terra è sentita, coerentemente
con la tradizione indigena, come una madre e una cosa viva. Non a caso
sui pacchetti di caffè di UCIRI compare questa bella frase, che
è un detto indio: "La tierra es muy importante para nosotros,
vivimos de ella e llamamos - Madre Tierra"
- difesa dei valori tradizionali della cultura indigena locale
- agricoltura biologica
- utilizzo della maggior parte della terra posseduta per produrre alimenti
per il consumo locale (solo il 5% della superficie coltivata è
dedicato al caffè)
produzione e profitto non come fini a se stessi, ma come mezzi per il
miglioramento delle condizioni di vita e sociali della comunità
(diffusione della scolarizzazione, sanità, ecc.)
Il
caffè UCIRI è certificato dalla Naturland, membro della
Ifoam
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Dedichiamo
particolare attenzione a KKM perché Yanadi vuole seguire di persona,
insieme alla cooperativa Chico Mendes, il dialogo con questa realtà.
Già in passato abbiamo realizzato un catalogo fotografico dei prodotti
importati da KKM, al fine di utilizzarlo come strumento per consentire
alle varie botteghe di scegliere ed ordinare la merce.
La cooperativa Chico Mendes segue personalmente questo progetto e cura
direttamente l'importazione dei prodotti. In genere questo ruolo è
svolto da una delle centrali di importazione (CTM, Equomercato, ecc.)
e non direttamente da una cooperativa che gestisce delle botteghe.
In questo caso però, essendo KKM una realtà piccola ed essendosi
sviluppato il contatto con un membro della Chico Mendes, la cooperativa
ha ritenuto di poter gestire autonomamente questo rapporto.
KKM (Kuru Kshetr Mandal) è un villaggio situato nello stato di
Uttar Pradesh, alla periferia di Dehra Dun, sulle pendici della catena
himalayana, dove nasce il Gange.
KKM è costituito da 5 distinte comunità tutte operanti nel
settore della produzione di tessili in lana e cotone. Ciascuna comunità
opera in particolare su un diverso fronte della produzione, impegnandosi
per esempio maggiormente nella lavorazione delle materie prime piuttosto
che nella commercializzazione dei prodotti. Vengono così integrate
le differenti capacità di ciascuno dei componenti.
KKM raccoglie oggi più di 250 persone.
Le comunità che compongono KKM sono comunità di malati di
lebbra che vengono dapprima curati e ai quali è poi data la possibilità
di vivere del proprio lavoro, uscendo dallo stato di indigenza ed emarginazione
nel quale la malattia costringeva la propria famiglia e loro stessi.
Le decisioni che riguardano la vita e l'attività della comunità
sono sempre prese dagli artigiani, senza alcuna forzatura rispetto al
loro tempo di crescita naturale: lo sviluppo deve nascere dalla comunità
e non essere imposto dall'esterno. In tutte le comunità KKM non
sono ammesse forzature in nome di uno sviluppo rapido, ma innaturale per
chi ne è protagonista.
KKM consente a che vi lavora di condurre un'esistenza dignitosa, anzitutto
perché garantisce dei buoni salari ai suoi lavoratori.
Per
esempio KKM nel 1993 garantiva un salario di 65 rupie a settimana e forniva
assistenza sanitaria, vitto e alloggio gratuiti. All'esterno invece un
operaio edile riceveva 30 rupie a settimana, senza alcun tipo di assistenza
gratuita.
La comunità di KKM fu fondata nel 1982 Agnes Kunz, che viveva da
32 anni in India. Agnes iniziò a raccogliere intorno a sé
un primo gruppo di lebbrosi, con lo scopo di guarirli e di permettere
loro di affrontare una vita autosufficiente, uscendo dall'emarginazione
e dall'indigenza, in cui erano costretti anche dalla loro cultura.
La riconoscenza degli ex-lebbrosi ad Agnes sarà tale che essi la
chiameranno Mataji, cioè madre.
L'avviamento di un'attività commerciale ha consentito il miglioramento
delle condizioni di vita dell'intera comunità: alloggi più
grandi, maggior igiene, assistenza sanitaria costante, migliore qualità
dell'alimentazione.
La remunerazione equa ha consentito agli artigiani di inviare parte del
denaro alle loro famiglie in altri villaggi.
I lebbrosi hanno preso coscienza della possibilità di reagire alla
rassegnazione e all'inattività; hanno maturato, osservando i frutti
del loro lavoro, un senso di responsabilità e una fiducia nelle
proprie forze, che sono la chiave per il riscatto.
Così si è cominciata a tessere la speranza.
Oggi Agnes è scomparsa, ma l'attività e lo spirito di KKM
le sopravvivono.
Pierre Reniè e Rajendra Singh sono diventati i punti di riferimento
della comunità e i principali interlocutori di KKM con il Commercio
equo e solidale.
La
produzione tessile inizia con la cardatura e la filatura di lana e cotone.
Le matasse così ottenute vengono tinte e, dopo l'asciugatura al
sole, avvolte in rocche, che poi vanno ad alimentare i telai.
I macchinari usati da KKM sono semplici e vengono tutti costruiti dalla
comunità stessa.
KKM
produce tessili di diverso tipo, colore e trama.
Fra i più comuni vi sono tovaglie, sciarpe, copriletti, tappeti,
tovaglioli, tovagliette all'americana.
I tipi di trama possibili sono tre:
-
trama fine
- trama grezza
- trama rustica
KKM
cerca di utilizzare il più possibile tinte naturali.
Per rendere più rapidi i processi di tintura dei tessuti, è
stata valutata la possibilità di utilizzare tinte sintetiche. Per
alcune di queste tuttavia è stata riscontrata una elevata tossicità.
Sono stati così messi a punto dei nuovi metodi di tintura che ne
rendono minimo il peso.
I principali colori utilizzati sono:
-Indaco
in varie tonalità, ricavato dalla pianta Indigofera
-Ocra in varie tonalità, ricavato dalla curcuma in foglie
-Rosso e arancio in varie tonalità, ricavati da fiori di ibisco,
da sostanze terrose e da radici come la robbia
-Marrone in varie tonalità, ricavato da cortecce d'albero pestate
e lasciate in infusione
-Ecru
-Blu in varie tonalità
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'Ndem
è il nome di un villaggio del Senegal di 400 abitanti, situato
nella regione di Djourbel.
È il primo villaggio in cui si è sviluppato un progetto
che oggi si è allargato a tredici villaggi vicini, coinvolgendo
4000 persone. Tutto cominciò anni fa, quando, con l'aiuto di un'organizzazione
mondiale e dei suoi cooperanti, la gente del villaggio iniziò a
sviluppare delle attività di produzione di artigianato in stoffa
(zaini, vestiti, tappeti, batik, ecc.) e di lavorazione del cuoio, con
le entrate derivanti dalle quali fu poi possibile costruire un pozzo per
raccogliere l'acqua dal sottosuolo. La realizzazione del pozzo, profondo
150 metri, richiese 4 anni di lavoro, ma oggi consente di garantire, in
pieno deserto, due razioni di acqua al giorno agli abitanti e di coltivare
del terreno per produrre verdure e legumi, utilizzati per rendere più
completa l'alimentazione di bambini ed adulti. Con il fiorire di queste
attività e con la disponibilità dell'acqua sono nati il
dispensario medico, la maternità, la scuola, la mensa scolastica.
Da non molto il governo ha riconosciuto la scuola di 'Ndem, inviandovi
i suoi insegnanti.
A
produrre l'artigianato sono in particolare i cosiddetti atéliers,
dei laboratori, sviluppatisi in costruzioni quadrate di fango secco, dipinte
di bianco. Oltre alla lavorazione della stoffa e del cuoio ci sono laboratori
di falegnameria, di lavorazione artistica dei metalli, di creazione di
giocattoli.
Lo sviluppo di queste attività ha contribuito a migliorare nettamente
le condizioni di vita della gente dei villaggi e ha impedito l'esodo verso
le città, diffusissimo anche a causa dell'avanzare del deserto.
La popolazione prende sempre più coscienza della possibilità
di uscire dall'indigenza.
La
realtà di 'Ndem ha anche delle peculiari basi culturali e spirituali,
che attualmente si identificano nella figura di Babakar Mbow, capo spirituale
del villaggio, il quale fa riferimento all'insegnamento spirituale di
Cheik Ibra Fall, una figura innovatrice dell'islamismo, quasi un San Francesco
dell'Islam.
Nelle
Botteghe del Mondo è possibile trovare alcuni dei prodotti di 'Ndem,
in particolare i tessili.
Come per la realtà di KKM precedentemente descritta, anche in questo
caso è direttamente la Cooperativa Chico Mendes a tenere i contatti
con 'Ndem e a gestire l'importazione del suo artigianato.
Yanadi
nel 1999 ha realizzato delle foto ad alcuni campioni di tessuti, da utilizzare
per un catalogo.
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