Il Social Forum mondiale di Bombay è finito. Più di centomila partecipanti, decine di migliaia soprattutto dall'India, 1200 dibattiti, una quantità di volantini e comunicati stampa che avrebbero potuto coprire l'intero terreno del quartier generale del Forum, diversi ettari di terreno di una ex fabbrica dove si sono raccolti militanti no global di tutto il mondo.
L'appuntamento è per il prossimo anno di nuovo a Porto Alegre, dove il movimento ritornerà però con le immagini di un altro mondo: un'India che si è presentata massicciamente in questo Social Forum per parlare delle ingiustizie e delle disparità terribili che esistono ed esistevano qui ben prima che la globalizzazione diventasse il nemico.
E' stata una grande kermesse variopinta composta da piccoli e grandi cortei di monaci tibetani, di operai disoccupati del Gujtarat e di tutte le altre regioni dell'India, di Dalit, i fuoricasta, gli intoccabili indù e di tribali delle foreste, di contadini sudamericani e prostitute indiane. E dentro ai tendoni dei dibattiti si è discusso di tutto: dagli infanticidi delle bambine al problema dei semi geneticamente modificati, dalla difesa del suolo e delle acque ai problemi del terrorismo, della guerra, della salute.
La difesa dell'acqua. Il messaggio mandato dal Social Forum è quello che un nuovo mondo non solo è possibile, come hanno detto all'inizio gli organizzatori, ma urgente, necessario. Vandana Shiva, uno dei simboli di questo movimento no global, autrice di numerose pubblicazioni e premiata con il Nobel alternativo della pace, ha detto chiaramente che oggi il problema dello scontro fra capitalismo e movimento sociale è una lotta tra la vita e la morte. Intende dire che se i meccanismi economici internazionali continueranno a sfruttare il suolo, l'acqua e a imporre meccanismi finanziari, stabiliti in una stanza di Washington, che portano a fame e a carestia nel Terzo Mondo, i morti per problemi legati all'igiene dell'acqua, alla malnutrizione e alla mancata assistenza dei servizi sociali saranno sempre di più.
La lotta all'Aids. Uno degli argomenti più discussi al Social Forum è stato quello dell'Aids. Si è parlato delle decine di milioni di sieropositivi dei quali oltre il 90 per cento non può accedere ai medicinali perché troppo costosi. Si è parlato del caso di un'industria proprio di Bombay chiamata Cipla, che produce farmaci ad un costo molto basso, 350 dollari contro i 10 mila dollari di una cura annuale imposti dalle industrie farmaceutiche internazionali: è diventata il simbolo di quello che significa la multinazionale farmaceutica. In nome del profitto cerca di impedire anche alle piccole aziende, come la Cipla di vendere il proprio prodotto a un prezzo basso che potrebbe salvare molte vite e che invece si trova costretta a combattere cause giudiziarie contro colossi farmaceutici come la Glaxo.
Il miraggio dell'Africa. Gli organizzatori si sono posti il problema di dove tenere la riunione del Social Forum dopo quella del prossimo anno a Porto Alegre e una delle proposte venute da più parti è stata l'Africa, ma fino a questo momento nessuna organizzazione africana si è detta in grado di poter ospitare la manifestazione.
I poveri di Bombay sono venuti hanno parlato e hanno discusso di loro stessi, non sono stati solo ad ascoltare gli altri che parlavano di loro, sebbene le organizzazioni non governative che li hanno raccolti a Bombay abbiano utilizzato anche la loro presenza come strumento di pressione, soprattutto in un paese come l'India dove il partito al potere, il Bjp, conduce una politica sicuramente più vicina a quella di Washington che non a quella di Lula. Proprio il presidente brasiliano sarà presente tra pochi giorni a Bombay per discutere con il governo indiano e cercare di convincerlo a partecipare al gruppo di altri venti paesi che si oppongono alla logica del dominio dell'Organizzazione mondiale del commercio e del Fondo monetario internazionale sui piani e sui bilanci finanziari dei paesi.
La guerra. La campagna pacifista è stata fra le protagoniste anche di questo Forum indiano. La lotta alla guerra e la richiesta del ritiro delle truppe dall'Iraq ha animato dibattiti ed assemblee. Ed anche dall'India è stato rilanciato l'appello del movimento americano per una manifestazione mondiale contro l'occupazione in Iraq da tenersi il 20 marzo.
Le polemiche sui soldi. L'organizzazione ha ribadito che i soldi non sono venuti da governi o da fondazioni economiche e finanziarie ma dalle stesse organizzazioni non governative - con in testa la Oxfam - che hanno coperto tra l'altro solo una parte delle spese, circa 2 milioni e mezzo di dollari. Appuntamento a Porto Alegre.
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