STAI
PER FARE LA SPESA? FERMATI E RIFLETTI
L'atto
dell'acquisto, oggi, è forse "più importante del voto"
perché influisce sull'ambiente e la società. Non ci credi?
Leggi qui!
C'è
una famiglia di cui anche tu fai parte - l'umanità - che sta consumando
più di quanto la natura è in grado di produrre e sta scaricando
più rifiuti nell'ambiente di quanto i sistemi naturali siano in
grado di smaltire. Le conseguenze sono evidenti, pensa solo all'effetto
serra, alla diminuzione a livello mondiale dei prodotti della pesca, alla
perdita di suoli fertili.
Tutto
ciò è dovuto principalmente al sistema economico attualmente
imperante - detto neoliberista - che ha come unico scopo il profitto a
breve termine a scapito di altri valori quali le istituzioni democratiche,
l'equità sociale, l'ambiente. Il neoliberismo crede inoltre che
la crescita economica e l'applicazione del nostro modello consumistico
a tutto il mondo - senza rispetto per le diverse culture - siano l'unica
via per far stare meglio tutti.
Per
far funzionare questo sistema nel Nord del mondo è necessario mantenere
un elevato livello di consumi e ciò viene garantito a qualsiasi
costo, anche a quello di creare bisogni superflui con il conseguente spreco
di risorse che stanno diventando scarse anche per noi (pensa ad esempio
all'acqua potabile) e di propagandare modelli sociali, irraggiungibili
ai più, che creano competizione e frustrazione
Pensa alla
estenuante fatica per dimostrare che sei sempre all'altezza di quei modelli,
per far vivere i tuoi figli in un mondo ovattato e felice e dare loro
oggetti di moda come l'ultimo modello di cellulare o di videogioco
Ma
alla fine sei effettivamente sereno? E i tuoi figli? Correndo in questo
modo ti resta il tempo per te stesso, per la tua famiglia, per le relazioni
umane e, paradossalmente, per utilizzare tutto ciò che compri?
Quanti soldi e quanto lavoro ti costa tutto ciò? Quale è
il senso di questa corsa continua che sta distruggendo la società,
l'ambiente e la pace in tutti i sensi?
Vivere
meglio e più liberi è possibile, basta volerlo!
INIZIA DAL TUO MODO DI CONSUMARE, DIMINUISCI IL TUO IMPATTO SULL'AMBIENTE.
LEGGI LE PROPOSTE QUI SOTTO, SARAI PIU' SERENO!
CHI
SIAMO. Siamo attivisti della Rete di Lilliput, una rete promossa da Aifo,
Beati Costruttori di Pace, Bilanci di Giustizia, Botteghe del Mondo, Campagna
chiama l'Africa, Campagna dire mai al MAI - Stop Millennium Round, Campagna
globalizza-azione dei popoli, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale,
Campagna Sdebitarsi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, CoCoRiCò,
CTM Altromercato, Mani Tese, Nigrizia, Pax Christi, WWF per collegare
associazioni e gruppi che si battono per una economia di giustizia e per
la salvaguardia della dignità umana, della salute e dell'ambiente.
Crediamo nei metodi nonviolenti e vogliamo denunciare i danni ambientali
e sociali a cui va incontro la nostra società unicamente dominata
dalla legge del profitto. Non abbiamo nulla in contrario verso le attività
economiche umane, ma proprio perché "umane" vogliamo
che siano fatte nel rispetto dell'uomo e dell'ambiente: le sole leggi
di mercato non sono sufficienti per far funzionare la società.
Non si può vivere di sola competizione, di solo denaro.
Crediamo che altri valori come la solidarietà, la partecipazione
democratica, la vita sociale, la bellezza, la cultura, che vanno riscoperti,
valorizzati e diffusi.
E' anche per questo che a luglio, in occasione della riunione del G8,
siamo stati presenti a Genova e in molte città italiane per ricordare
ai politici che il fine della politica e dell'economia è di ricercare
il bene comune, non di favorire gli interessi dei grandi gruppi economici
che vogliono appropriarsi del mondo e del nostro futuro.
Un
mondo diverso è possibile!
Informazioni:
www.retelilliput.org
L'IMPRONTA
ECOLOGICA: un mezzo per misurare l'impatto dei consumi dell'uomo sul
pianeta e per capire che la crescita economica illimitata non e' possibile.
L'impronta ecologica è un mezzo molto utile per cercare di mettere
in relazione le attività e lo stile di vita di una persona o di un
gruppo di persone (es. un paese) con le risorse naturali necessarie per
mantenere quel tipo di vita e di attività (es. campi per fare il
grano, laghi per produrre pesci, prati per produrre latte ecc.) e con gli
spazi necessari per smaltire i rifiuti generati (es. foreste per assorbire
l'anidride carbonica prodotta dalle auto). Questo "fabbisogno"
viene quantificato in ettari di territorio naturale ed è l'impronta
ecologica. In generale, a causa del commercio e di altri processi, l'impronta
del gruppo di persone che si sta esaminando è costituita anche dai
territori di altre nazioni che servono per produrre i beni consumati dalle
persone stesse o per assorbire gli scarti da loro prodotti (es. foreste
tropicali per assorbire l'anidride carbonica prodotta). E' fondamentale
ricordare che la materia e l'energia (es. petrolio) e le risorse naturali
(es. bestiame, campi) utilizzati per una popolazione non saranno più
a disposizione di altri: ad esempio il territorio in Kenya destinato alla
produzione di ananas per l'esportazione non è disponibile per le
necessità dei kenioti. Il sistema economico del Nord del mondo si
regge quindi sullo sfruttamento di altri territori infatti ad esempio...
AGLI
ITALIANI SERVONO TRE ITALIE! DOBBIAMO CONSUMARE MENO E MEGLIO!
Uno studio del WWF aggiornato al 1999 indica che un italiano medio per
mantenere il suo stile di vita e i suoi consumi ha bisogno di circa 4,2
ettari di territorio produttivo; poiché l'Italia gliene offre solo
circa 1,5 pro capite ciò significa che deve andare a importare
risorse da territori al di fuori della sua nazione per circa 2,7 ettari:
il commercio è appunto uno dei mezzi con cui è possibile
fare ciò grazie all'importazione di prodotti e manufatti (pensa
agli ananas del Kenya). I francesi hanno bisogno di 5,3 ettari, hanno
un territorio produttivo interno pro capite di 3,7 ettari e quindi gravano
sul resto del mondo per circa 1,6 ettari. Gli indiani hanno rispettivamente
bisogno di un ettaro pro capite, hanno a disposizione mezzo ettaro produttivo
e quindi gravano al di fuori dell'India per mezzo ettaro. Da questi dati
risulta che gli italiani per essere "autosufficienti" avrebbero
bisogno di quasi tre Italie e non una. E' altrettanto evidente che a livello
di singole nazioni - al di là di considerazioni di giustizia ed
equità - uno Stato può pensare di mantenere il suo "stile
di vita" prendendo da altre nazioni ciò che gli serve, ma
volendo portare tutti gli abitanti del nostro pianeta ad un livello dignitoso,
dove si può prendere ciò che manca? Come minimo le nostre
società più ricche devono iniziare a ridurre il consumo
di materia ed energia usandole con più parsimonia: non farlo significa
condannare altri popoli a vivere nell'indigenza, significa rinunciare
ad un futuro più sicuro e sereno.
COSA
PUOI FARE TU CONCRETAMENTE!
- ·
Protesta quando ti incartano i prodotti con troppi imballaggi:
li paghi almeno tre volte (come costi che il fornitore ti ricarica,
come tassa smaltimenti rifiuti e come ambiente depauperato).
- ·
Privilegia i prodotti dell'agricoltura biologica:
sono quelli a minor impronta ecologica (www.amab.it).
- ·
Privilegia i prodotti in vetro, meglio se in vuoto a rendere.
- ·
Chiedi che gli oggetti che compri siano riparabili:
è meglio spendere qualche cosa in più, piuttosto che riempire
le discariche di oggetti dalla breve durata e che hanno comunque inquinato
per essere prodotti e trasportati.
- ·
Portati sempre da casa i sacchetti per fare la spesa:
meglio ancora se usi delle borse in stoffa.
- ·
Esigi che i prodotti che acquisti non siano il frutto di lavoro minorile
o non abbiano inquinato paesi lontani.
La corsa al massimo profitto porta le grandi aziende a cercare i minori
costi di produzione andando in nazioni dove la manodopera costa meno,
i controlli sono minori e dove spesso sono impiegati anche i bambini:
sostieni la campagna acquisti trasparenti 02 / 407 5165 - www.manitese.it.
- ·
Compra, quando puoi, nei negozi del commercio equo e solidale che si
riforniscono da associazioni di produttori del Sud del Mondo pagati
il giusto
(troverai ad es. cioccolato, caffè, artigianato ecc.): 0522 541914
www.assobdm.it
.
- ·
Chiedi che il tuo fornitore insieme al costo al chilo, ti indichi il
livello di impatto ecologico di ogni prodotto esposto:
se tu lo sapessi sicuramente non compreresti le ciliegie in dicembre
.
- ·
Acquista possibilmente prodotti locali,
per ridurre l'inquinamento ed il consumo di risorse necessari per il
trasporto.
- ·
Chiedi ai politici di detassare il lavoro e di aumentare le tasse sulle
materie prime. In
questo modo avresti più soldi da spendere che compenserebbero
il maggior costo dei beni. La manodopera però costerebbe meno
e quindi tornerebbe ad avere senso la riparazione degli oggetti, si
creerebbero posti di lavoro, ci sarebbe meno spreco di preziose risorse.
- ·
Ricicla con cura tutte le materie, chiedi al tuo comune di adottare
tutte le tecniche disponibili per evitare lo spreco di materiali; combatti
l'incenerimento dei rifiuti.
- ·
Rifiuta i prodotti con gli imballaggi inutili. L'azienda
che li produce sta puntando ad "accalappiarti" con l'apparenza:
l'imballaggio superfluo inquina e basta, punta alla sostanza!
- ·
Rifuggi l'usa e getta:
l'apparente praticità nasconde la distruzione dell'ambiente.
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Per acquistare consapevolmente leggi la "Guida al consumo critico"
(EMI Edizioni) del Centro Nuovo Modello di Sviluppo
- 050 / 826 354 - www.retelilliput.org
e abbonati a AltrEconomia, 02/48953031 -
www.altreconomia.it.
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Sostieni le associazioni che promuovono un consumo rispettoso della
salute e dell'ambiente:
Bilanci di giustizia www.unimondo.org/bilancidigiustizia
; WWF www.wwf.it
; CoCoRiCo http://pages.inrete.it/cocorico/
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Informa i tuoi amici, parla o scrivi
al tuo fornitore chiedendo queste cose.
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